L'idea era quella di recuperare cinque oggetti semi distrutti rivalutandoli e trasformandoli singolarmente per far sì che trasmettessero significati diversi e indipendenti da quelli dell'originaria funzione.
Io abito vicino a un fiume e vicino a due laghetti. In mezzo alla natura. L'acqua, la vegetazione, mi circondano nel quotidiano. Già in precedenza ho giocato sulle ramificazioni, gli intarsi di sole e fiori di campo. Questa volta ho immaginato degli esseri antropomorfi fatti di alghe di fiume, di fango...ma anche di lacrime e pianto ( in un momento di particolare tristezza), di acqua sporca che scivola sul corpo infantile, di acqua corrente che fluisce via veloce e leggera. Questa operazione mi ha coinvolta molto e già sta influendo sulla mia produzione anche bidimensionale, come nel caso di due tele esposte sempre alla mostra "Riflessi della Biennale alla Brilla", in cui due correnti contrapposte si attraggono e respingono.